Quando cambiare l’acqua in acquario senza filtro?

Quando cambiare l’acqua in acquario senza filtro?

Quando cambiare l’acqua in acquario senza filtro?

Quando cambiare l’acqua in un acquario senza filtro? Con questo genere di acquari d’acqua dolce si è soliti pensare non sia necessaria una manutenzione impegnative, e in parte ciò è vero. In questo articolo vediamo i cambi d’acqua.

Un acquario senza filtro di solito è ben equilibrato e vive quasi come fosse un sistema autonomo: gli interventi esterni come cambi d’acqua, distribuzione di mangime, potature sono eventi secondari e non sostanziali e calendarizzati come invece è più comune negli acquari filtrati.

Quando cambiare l’acqua in un acquario senza filtro?

Se un acquario senza filtro è ben bilanciato, non significa che i cambi d’acqua vadano evitati, anzi. Il concetto di base consiste nella non rigidità delle tempistiche, non nella inutilità del rinnovo d’acqua.

Cambi d’acqua in acquario senza filtro

Quando capire dunque il momento migliore per effettuare il cambio d’acqua?

La risposta deve tener conto di diversi aspetti e punti di vista:

Cambi d’acqua per i pesci

I pesci possono necessitare di cambi d’acqua per diverse ragioni, ma principalmente per due motivi.

L’acqua si è inquinata accidentalmente ed è necessario cambiarla per diluire le sostanze nocive.

I pesci sono condizionati dalla stagione: in questo caso dei rinnovi mirati possono stimolare la riproduzione.

 

Rinnovi d’acqua per inquinamento

L’inquinamento può avere diverse origini.

Nel corso delle settimane o dei mesi, negli acquari possono accumularsi lentamente sali e altri composti: non sono sempre così nocivi, ma a certe concentrazioni iniziano a influenzare negativamente l’andamento della vasca. Alcuni composti interagiscono con l’assorbimento di nutrienti da parte delle piante, altri possono inibire la crescita dei pesci.

Risulta assai difficile capire velocemente quale sia il problema, per questo è consigliabile una cambio d’acqua ogni qualche mese, così da ridurre potenzialmente questo fenomeno.

Alcuni gamberetti traggono benefici dai cambi d’acqua, in quanto ne viene stimolato il processo di muta. Ciò può essere legato anche alla disponibilità di nuovi sali minerali precedentemente divenuti carenti.

La caduta accidentale di una dose eccessiva di mangime oppure la morte di uno o più pesci porta spesso ad un rapido disequilibrio: i batteri proliferano consumando ossigeno e intorbidendo l’acqua, a catena l’attività di fotosintesi si riduce, si formano patine spesse in superficie e l’ambiente diventa sempre più inospitale per pesci e invertebrati. Questo circolo vizioso è da evitare: non appena si capisce di aver versato troppo cibo, procedere con la rimozione se possibile e con un cambio d’acqua.

 

Cambiare l’acqua per un rinnovo generale

La natura non è un esempio da seguire ciecamente in acquario, perchè spesso certi fenomeni sono mal conosciuti e interpretati, ciò genera confusione e probabili danni. Tuttavia, un aspetto evidente e tranquillamente paragonabile tra pozze naturali e acquari senza filtro è questo:

  • le piante sono cresciute e occupano quasi tutto il volume
  • nel fondo si sono accumulati detriti, non sono troppi, ma favoriscono una gran proliferazione di microrganismi
  • l’acqua non è più cristallina, sebbene comunque non ci sia nebbia batterica.

Questa è una situazione comune dopo diversi mesi dall’avvio, talvolta dopo che è trascorso anche più di un anno.

Un cambio d’acqua importante, una potatura approfondita e una pulizia del fondo potrebbero essere presi in considerazione. Non si tratta assolutamente di ripartire da zero con una drastica pulizia generale, poichè sarebbe deleterio.

La procedura mira ad altro, ovvero a rimuovere ciò che è di troppo, senza sfiorare quello che invece è paragonabile al cuore del sistema: le colonie di microrganismi e parte della vegetazione.

Sedimentazione e accumuli

Lasciar sedimentare continuamente particelle e detriti sul fondale porta dopo un lunghissimo periodo al riempire tutta la vasca di substrato. In natura accade proprio questo nei piccoli laghi che diventano stagni, poi paludi o pozze finchè non rimane un piccola depressione nel terreno destinata a riempirsi occasionalmente di acqua piovana.

In acquario questa evoluzione va stroncata sul nascere: non appena il substrato diventa evidentemente molto più alto rispetto all’avvio, è bene ridurlo gradulamente. Nell’arco di qualche settimana si eseguono alcuni interventi di aspirazione solo in alcuni punti, senza arrivare in profondità.

Un grande cambio d’acqua

La vegetazione non va potata drasticamente, ma solo alcune piante per volta.

Il cambio d’acqua può arrivare anche al 50-70% se si desidera una quasi ripartenza della vasca: è bene sottolineare che un grande cambio d’acqua può avere effetti positivi, ma soltanto se fondale e vegetazione non vengono modificati nello stesso momento.

Conseguenze di un grande cambio d’acqua

La vegetazione, che nel periodo precedente sembrava aver rallentato l’espansione, generalmente riprende a crescere rapidamente. I pesci e gli altri animali possono essere stimolati a riprodursi e gli equilibri tra le popolazioni di microrganismi e microfauna possono variare. Nel complesso, tuttavia, il sistema sembra rinascere e svilupparsi verso forme e proporzioni differenti da come apparivano in precedenza.

Matteo Rancan

Specialista di acquacoltura e building contractor in Sudamerica, fin da bambino coltiva la passione per gli acquari e divulga su Colture Acquatiche le sue esperienze in questo affascinante mondo acquatico. Seguilo anche su Instagram e YouTube @aquaRancan

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