Artemia salina: caratteristiche, acquario, allevamento, alimentazione e usi
L’Artemia salina è uno dei crostacei d’acqua salata in assoluto più diffusi in acquaristica.
E’ stata ed è tutt’ora una specie di fondamentale importanza per la crescita di avannotti di molte specie di pesci d’acqua dolce e marina. Non solo: confezionata congelata in blister può diventare un surrogato comodissimo del cibo vivo per specie particolarmente esigenti.
Artemia salina in sistematica
Nella sistematica Artemia salina appartiene all’ordine anostraca e subphylum crostacea.
In particolare gli anostraci sono antichi organismi tipici di ambienti estremi, come bacini iperalini o pozze d’acqua piovana a carattere stagionale.
In acqua dolce, infatti, esistono varie specie di simil Artemia, chiamate comunemente artemie d’acqua dolce o fairy shrimps, sono scientificamente classificate come membri dei generi Streptocephalus, Branchinella etc.

Forme, dimorfismo e dimensioni dell’Artemia salina
Al contrario dei più noti gamberetti d’acquario, l’Artemia salina si muove con il dorso rivolto verso il basso e gli arti locomotori all’insù. Il tipo di nuoto è continuo e non a scatti, poichè lo spostamento è generato dalla rapida successione di piccoli movimenti di numerose estremità specializzate unicamente per creare un flusso d’acqua di propulsione.
Il maschio adulto si distingue da giovanili e femmine per l’imponente mandibola. Essa funge da gancio per fissarsi alla femmina durante l’accoppiamento. Questa possiede di frequente una sacca di uova vicino alla coda – telson. Il colore è tendenzialmente bruno.
Le dimensioni massime si attestano sulla decina di millimetri in media, ma pare che esemplari allevati con alternanza stagionale crescano di più.
Allevamento dell’Artemia salina: acquario, boccia o produzione intensiva
L’Artemia salina si può allevare in molti modi differenti. In acquario, in una comune boccia o in contenitori attrezzati per una produzione intensiva.
Alimentazione dell’Artemia salina
Esistono varie tipologie di aliementazione per Artemia salina. Di base bisogna considerare la sua natura, che è quella dell’organismo sospensivo-filtratore. In più, bisogna segnalare che l’Artemia è in grado, seppur limitatamente, di rosicchiare del mangime imbevuto e di aspirare polveri depositate. In realtà non agisce meccanicamente nella rottura di corpi solidi ma, insistendo, riesce a catturare i micro frammenti rilasciati. Generalmente la dimensione della particella filtrabile dall’Artemia salina è di circa 50 micrometri o inferiore. Ciò corrisponde grossomodo al phytoplancton, a molti batteri e lieviti. Il particolato che questo crostaceo è in grado di catturare non è automaticamente quello corretto o migliore per la sua crescita. Pare infatti che alcuni tipi di alghe non siano completamente digeribili, al contrario di altri tipi di alimentazione altamente produttiva. Riguardo a quest’ultimo aspetto, tra le scelte più consigliate ci sono:
- Spirulina
- Lievito madre
- Phytoplancton (possibilmente di specie miste)

Esistono validi prodotti commerciali già pronti, spesso arricchiti di vitamine. Non sono indispensabili, tuttavia va fatto notare che gli organismi filtratori si potrebbero sfruttare come vettori per far ingerire ad un animale che li preda un particolare composto. Alcuni acquariofili addirittura tentano con medicinali, ma più comunemente sembra concretizzabile far accumulare del mangime arricchito di vitamine nell’Artemia salina per poi fornire la stessa Artemia ad un pesce bisognoso di integrazione. Tale tecnica è più utilizzata probabilmente con la dafnie (per info su di loro leggi qui), ma in qualunque caso si tratta di un tentativo forse troppo lontano da quello che si può intendere come corretta e consapevole somministrazione di sostanze ad un pesce.
Preparare il cibo per artemie
E’ necessario saper preparare bene il cibo da fornire in modo da evitare sprechi o altri problemi. La spirulina da acquistare è quella in polvere pura*, o eventualmente pasticche da sbriciolare (sono però spesso più costose). Ne va sciolta una piccola quantità in poca acqua, per esempio mezzo bicchierino da caffè. Mescolando bene si dovrebbe formare una soluzione omogeneamente verde e si dovrebbero distinguere meno granuli possibile. Aspirando e riaggiungendo più volte il liquido con una siringa si dovrebbe migliorare la miscelazione. Deve rimanere perfettamente liquido, non si tratta di prepare una crema, assolutamente. Il dosaggio va ad occhio, poichè è troppo complesso fare un calcolo (a causa delle mille variabili). Si deve cercare di non colorare tutta l’acqua, ma al massimo renderla torbida. Una opacità appena percettibile. Lo stesso dicasi per il lievito: ne va dosato poco, piuttosto che esagerare in una somministrazione è preferibile aumentare eventualmente la frequenza. Il phytoplancton, essendo vivo, può essere fornito in quantità anche elevate poichè non si decompone rilasciando nutrienti bensì, casomai, li consuma e si riproduce. Una densa colonia di Artemia difficilmente permette al fito di proliferare a sufficienza, diventa quindi necessario dosarne con una certa regolarità.

Come allestire un piccolo acquario per artemie
Se il desiderio non è quello di produrre cibo vivo, si può sempre allestire un piccolo acquario per artemie. E’ sufficiente una boccia da 5-10 litri ubicata in una zona illuminata naturalmente oppure munita di una lampadina, CFL o led, che permetta la crescita di alghe e microorganismi fotosintetici. In più, come è noto, la luce è un fattore importate per le Artemia salina. L’acquario può contenere solamente acqua e i gamberetti, ma è possibile aggiungere anche un frammento di roccia viva marina. Se di buona qualità, contiene numerosi organismi come copepodi e vermi i quali possono proliferare assieme alle Artemia. Potrebbero esserci però anche degli svantaggi, ad esempio la crescita di anemoni di vetro i quali predano i nauplii. Normalmente la migliore attività delle roccia viva si apprezza in acqua movimentata: la boccia difficilmente offre questa condizione, ma comunque per i suddetti organismi di interesse non è un problema. Allo scopo di intensificare la colorazione delle Artemia salina è bene incrementare la salinità anche al doppio dei valori normali. Si può notare l’apparizione di una vivace pigmentazione rossa.
La produzione intensiva di Artemia salina in coltura
L’obiettivo primo per l’allevamento delle Artemia salina è solitamente quello della produzione di cibo vivo. Questo paragrafo tratta la produzione in coltura completa a ciclo chiuso: dal nauplio all’adulto, riproduzione dell’adulto, nauplio all’adulto e via così. Sottolineo che, a differenza di altri animali vagamente simili all’Artemia, la popolazione di questa è composta da esemplari di tutte le età e dimensioni. La vita degli adulti è abbastanza lunga per un animale del genere e può arrivare anche ad un paio d’anni, periodo in cui le uova o i nauplii prodotti diventano centinaia, e migliaia sono i membri della generazione ancora successiva. L’Artemia si può allevare in modo intensivo quasi in qualunque contenitore. Personalmente utilizzo quasi esclusivamente vasche di plastica da 20 o 45 litri. E’ altresì possibile l’uso di grossi barattoli, grandi vasche, cilindri, bacinelle o secchi… Ci sono però alcune esigenze che è bene rispettare:
- buona presenza di luce
- somministrazione di cibo regolare, in modo da non affamare gli esemplari più giovani e non far calare il tasso riproduttivo degli adulti
- areazione: è un argomento ricco di opinioni contrastanti. E’ vero che esistono colture dense in acqua ferma, ma l’uso di areazione artificiale è con grande probabilità preferibile. Soprattutto in contenitori sviluppati in altezza e dove la presenza di fitoplancton è scarsa o assente. Non è indispensabile, ma molto utile.
Per avviare una colonia è preferibile partire da uno starter composto da esemplari di taglie miste, altrimenti si può provare partendo dalle uova. La differenza tra uova con sale e senza riguarda il procedimento per schiuderle (vedi paragrafo dedicato).
I sistemi per la schiusa delle uova cisti disidratate
Il sistema più comune consiste nell’uso di uno schiuditoio, commerciale o fai da te, dove, grazie alla presenza di due settore ed un coperchio particolare, i nauplii si raggruppano solamente in quello illuminato, lasciando uova e gusci delle stesse in quello buio dove son state inserite. Altrimenti è alquanto efficiente l’uso di una semplice bottiglietta, con collo tagliato, dove si inserisce un’uscita di areatore debole e si irradia generosamente di luce anche continua fino alla schiusa delle uova. Nello specifico:
- Acqua da preparare: salata al 25-35 per mille, si può salare maggiormente in seguito.
- Temperatura ottimale: 25-30°C è il range ottimale per la schiusa, ma va abbastanza bene da 20-25 °C. Le differenze nella percentuale di schiusa possono essere notevoli.
- Illuminazione: abbondante, può essere continua 24 / 24 h oppure con fotoperiodo a 12-16 h. Questi sono i dati ottimali per la schiusa, la colonie possono essere tenute in modo leggermente diverso.
La differenza tra uova con sale è senza è banalmente l’aggiunta o meno di sale marino all’acqua. In particolare le uova con sale sono commercializzate in bustine da sciogliere per es. in 200 o 500 ml d’acqua, mentre quelle senza sale contengono esclusivamente uova. Il quantitativo di uova per litro è variabile, in genere non si superano i 5 g di uova x litro, ma a mio parere per uso acquaristico questa è già una dose esagerata.
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Come crescere l’Artemia salina per formare una colonia
L’Artemia salina non è difficile da crescere fino all’età adulta, ma è necessario iniziare con un numero di nauplii non troppo elevato. Schiudendo pochissime uova (punta di coltello) in qualche litro d’acqua, illuminando bene, mantenendo alta la temperatura e nutrendo con parsimonia nell’arco di meno di un mese dall’avvio si dovrebbero avere già i primi adulti. Normalmente i tempi sono più rapidi, ma possono sempre capitare rallentamenti vari. La riproduzione è molto semplice e non richiede accorgimenti diversi da quelli dell’ordinario mantenimento.
Come avviene la riproduzione
La riproduzione avviene in due differenti modalità. In condizioni ideali le Artemie si riproducono per via sessuata. Successivamente all’accoppiamento vengono generati ed espulsi nauplii già formati. Se le condizioni ambientali peggiorano, ad esempio in seguito alla massiccia evaporazione dell’acqua e quindi maggior concentrazione di soluti, l’Artemia salina si riproduce per via asessuata. Le uova generate in tale situazioni sono dette cisti durevoli e sono in grado di resistere a mesi o anni all’asciutto.
Somministrare l’Artemia salina
Le Artemia adulte si possono catturare con un retino a maglia fine e fornire direttamente ai pesci o invertebrati in acquario. Per somministrare i nauplii, invece, può essere necessario l’uso di un setaccio da 300 micron in modo da separare l’acqua salata dagli animali. Non è indispensabile tale operazione, poichè in genere la quantità effettiva di sale è minima, tuttavia può essere utile se serve offrire grandi quantità di nauplii ad avannotti stabulati in piccoli contenitori per la crescita.
Alcuni strumenti utili:
Conclusioni
L’Artemia salina è un ottimo cibo vivo per pesci d’acquario ed è oltretutto alquanto facile da allevare. Le uniche piccole difficoltà riguardano la crescita dei primi nauplii fino allo stadio adulto, ma successivamente la colonia avviata procede senza grossi problemi. E’ bene ricordare di dosare con parsimonia il cibo, così da evitare eccessi che inquinano inutilmente l’acqua, riducendo quindi la durata della coltura.
Problemi con l'allevamento di Artemia salina? Le uova non si schiudono o i nauplii non sopravvivono?
Se i tuoi tentativi non stanno avendo successo, forse c’è qualche errore nel procedimento. Per evitare di sprecare tempo e risorse, valuta la possibilità di ricevere un’assistenza personale, come un rapido consulto o una consulenza approfondita!