Come allevare protozoi: introduzione e cenni generali

Come allevare protozoi: introduzione e cenni generali

Come allevare protozoi: introduzione e cenni generali

Allevare protozoi: i protozoi costituiscono un gruppo variegato di organismi di piccole dimensioni. Pur presentando elevati gradi di differenza genetica e morfologica, numerose specie condividono caratteristiche affini per quanto concerne l’allevamento o coltivazione. Questa pagina propone superficialmente alcune informazioni sulle modalità di coltura e alimentazione, ed è dedicata ad appassionati di microscopia che desiderano mantenere i propri campioni vitali e prosperi a lungo. 

Allevare protozoi

Per numerose specie di protozoi è possibile l’allevamento in coltura anche con strumentazione limitata a microscopio ottico biologico e qualche utensile.

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Oxytricha

Colture di protozoi

La coltura dei protozoi si effettua in diverse tipologie di contenitori e condizioni ambientali. Per produttive coltivazioni vi sono delle indicazione specie-specifiche, mentre seguono dei cenni generali sull’allevamento in contesto domestico o, parimenti, senza condizioni speciali da ricreare.

-Contenitore di coltura

Molte delle specie comuni e resistenti possono essere mantenute in barattoli di circa 0.5-1 litro lasciati aperti o eventualmente coperti da zanzariera o panno per impedire l’ingresso di insetti.

Preferibilmente, il contenitore di coltura dovrebbe essere in vetro.

L’utilizzo di provette o piastre di petri è idoneo specialmente in fase di isolamento.

-Temperatura per protozoi

La temperatura ambientale di 20-25°C è generalmente idonea per le specie campionate in pozze in pianura, stagni e zone costiere, lagune e simili.

Al variare della temperatura, mantenendo costanti le altre condizioni, le popolazioni di alcuni gruppi di specie prevalgono su altre: ciò può essere sfruttato sia per la selezione, sia per promuovere eventualmente lo sviluppo di quei microrganismi apparentemente rari durante la prima osservazione del campione. Allevare protozoi per un lungo tempo in coltura mista riserva sempre mutamenti nelle proporzioni tra taxa diversi.

– Accessori

Per alcune specie è consigliabile l’impiego di areazione artificiale, ottenibile con aeratori commerciali anche di piccola potenza (2-5 watt).

L’illuminazione è importante o fondamentale per alcune specie, ma non è indispensabile fornirla con la maggior parte dei protozoi di comune coltivazione.

Alimentazione protozoi

L’alimentazione dei protozoi può variare nettamente in funzione dei gruppi di specie. Se ne possono individuare alcuni descritti in estrema sintesi nei prossimi paragrafi.

Protozoi eterotrofi: batterivori e affini

La maggior parte dei protozoi facilmente allevabili si nutre di lievito, latte o batteri.

Sacchromyces cereviasiae rappresenta la specie di lieviti più conosciuta e indicata. La dimensione cellulare del lievito è ideale per molti protozoi differenti.

L’utilizzo di latte può essere maggiormente indicato per specie di acque polisaprobie.

L’impiego di batteri, nello specifico, risulta alquanto complicato se non impossibile da effettuare senza particolari attrezzature: le colture pure di batteri utili sono normalmente più difficile da mantenere rispetto a quelle di protozoi. Di conseguenza, per le specie che lo consentono, si usa introdurre in colture del materiale detritico e affidare al processo di decomposizione l’autoproduzione di batteri per il sostentamento dei protozoi. Oltre a ciò, alcuni di questi ultimi possono nutrirsi direttamente di particolato organico e sospensioni.

Protozoi fotosintetici

Alcuni protozoi sono autotrofi ed un buon numero di specie comuni è mixotrofo, quale Euglena spp. Per questi può essere necessario integrare l’ambiente di coltura con una illuminazione di intensità e fotoperiodo variabile.

Può servire inoltre la preparazione di un pabulum comprendente nutrienti inorganici: ciò dipende precisamente dalla specie in oggetto.

Protozoi predatori: grandi e piccoli

Alcuni protozoi sono specializzati nel nutrirsi di altri protozoi. Alcuni di essi si potrebbero definire sommariamente onnivori, cibandosi opportunisticamente di ciò che l’ambiente offre loro. La coltura di questi è tra le più semplici.

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Ameba

Altri sono maggiormente selettivi o manifestano preferenze. Questo può portare a maggiori difficoltà nell’allevamento, con particolare riferimento allo spazio e all’impegno per produrre parallelamente determinati microrganismi, anzichè utilizzare direttamente prodotti secchi.

Alcuni esempi di tipologie comuni presenti nelle colture: amebe e Dileputs sono predatori attivi e selettivi, Oxytricha invece saltuariamente può predare piccoli tetrahymenidi, ma prospera altrettanto con solo lievito.

I Coleps, nonostante le piccole dimensioni, costituiscono uno dei generi i cui esemplari manifestano maggiore aggressività verso altri protozoi, piccoli animali e alghe. Si muovono velocemente e presentano rapida riproduzione: è da tenere in considerazioni nel caso di colture in mesocosmo. Allevare questi protozoi in coltura dedicata, invece, risulta semplice.

Per ulteriori informazioni su come allevare protozoi, visita il gruppo Facebook: Microorganisms: culture and collection.

 

Matteo Rancan

Autore di ColtureAcquatiche.it, da oltre 10 anni appassionato e divulgatore di acquariofilia. Oggi si dedica all'acquacoltura in Sud America, ma continua parlare di acquariofilia alla community italiana su Instagram: @AquaRancan

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