Conservazione, fissaggio e trasporto Microrganismi
Conservazione, fissaggio e trasporto Microrganismi
La tecnica di conservazione, fissaggio e trasporto è fondamentale per ottenere campioni idonei alle proprie necessità. Vi sono essenzialmente tre modalità per trattare il plancton e i microrganismi in genere e ciò dipende dall’esatta destinazione: osservazione microscopica (esemplari morti, ma integri), avvio coltura (esemplari vivi), alimentazione pesci (esemplari preferibilmente vivi oppure morti, ma perfettamente conservati).
Campioni per osservazioni microscopiche
La maggior parte delle osservazioni amatoriali sono proficue anche con esemplari morti, mentre solo in alcuni generi poter assistere al movimento risulta effettivamente di aiuto nell’identificazione (problema risolvibile utilizzando strumenti e ottiche più potenti o altre tecnologie).
Il materiale campionato è bene riporlo il prima possibile in una soluzione conservante. Ve ne sono di diverse composizioni, variabili in costo, reperibilità e tipo di organismi su cui applicare.
Tra i fissativi migliori vi è la formaldeide. In commercio si reperisce con il nome di formalina (formaldeide al 40% circa), questa si diluisce 1:10 con l’acqua del campione. Per una migliore conservazione dei campioni, specialmente se con strutture calcaree, è bene prepare una soluzione neutralizzata con tetraborato di sodio in ragione di 2g di tetraborato di sodio ogni 98 ml di formalina. [1]
Alternativa meno pericolosa della formaldeide è l’etanolo, da utilizzare in concentrazione finale del 70-90%.
Campioni per avvio colture
L’esigenza di mantenere vitali gli esemplari prelevati introduce la difficoltà di gestire parametri di temperatura e ossigenazione
Gli organismi più delicati sopravvivono poche decine di minuti o ore nel contenitore di trasporto. Necessitano di esser inserite nel sistema di coltura il prima possibile. A seconda della specie, può risultare benefico mantenere la temperatura medesima o inferiore rispetto al punto di raccolta ed è da valutare l’areazione artificiale.
– Trasporto
Generalmente è preferibile mantenere il campione al buio in una scatola di polistirolo, così da evitare sbalzi di temperatura: ciò è utile per la conservazione dei microrganismi più sensibili.
Talvolta esemplari di alcune specie possono nutrirsi di quelli di altre portando nel giro di 1-2 giorni addirittura all’estinzione della specie predata: ciò va considerato in modo particolare per campioni di piccole dimensioni posti a temperatura ambiente per troppo tempo.
– Stabulazione finale
Il campione giunto nell’impianto di coltura si presenta come un raggruppamento di specie, generi e phyla differenti: ne è necessaria una rapida selezione delle specie più a rischio in termini di sopravvivenza a condizioni ambientali inidonee (campione mal ossigenato etc) o a pressione predatoria eccessiva da parte di altri esemplari.
La tecnica di mantenimento come mesocosmo produce una auto selezione delle specie più robuste e porta alla perdita di biodiversità in tempi medio-brevi. In alcuni casi determinate condizioni ambientali accelerano la riproduzione di organismi inzialmente poco presenti, ma quasi sempre diverse specie scompaiono.
Per le tecniche di coltura vedi le sezioni Microrganismi.