Guida alla creazione di un piccolo acquario naturale

Guida alla creazione di un piccolo acquario naturale

 

In questa pagina è proposto uno dei vari metodi per allestire un piccolo acquario naturale, ottenendo facilmente un buon equilibrio tra fauna e flora.

Dove posizionare la vasca

 

A causa delle ridotte dimensioni dell’acquario, può essere difficile dosare l’illuminazione artificiale;  perciò, spesso, risulta più semplice sfruttare la luce del Sole. La luce diretta va bene appena per poche ore al giorno, preferibilmente al mattino, ma è possibile gestire la vasca con solo una buona illuminazione ambientale indiretta. In caso si voglia utilizzare una fonte di luce artificiale si può utilizzare una lampadina CFL da pochi watt.

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Il fondo

 

Il fondo dell’acquario si può comporre al massimo di due sottili strati, per non togliere eccessivo volume d’acqua. Una componente organica, come terriccio da giardinaggio, è molto utile se si desidera coltivare piante abbastanza esigenti oppure se non è previsto l’inserimento di animali (lasciando quindi solo micro fauna più o meno spontanea).
Per ricoprire questa suddetta, o come fondo unico, è buona cosa utilizzare un materiale inerte. La granulometria di questi può variare molto.
E’ possibile l’impiego di sabbia, anche molto fine, oppure pietrisco, piuttosto che pozzolana o altro ancora. Per quanto riguarda lo spessore complessivo del fondo, personalmente considero circa 1/6 o 1/5 dell’altezza totale dalla base del contenitore fino alla superficie dell’acqua. Non è una regola ma solo un’indicazione generale.

L’acqua da utilizzare

 

Consiglio di riempire il contenitore con acqua di durezza media o bassa. E’ possibile “aggiustare” questo valore con i rabbocchi, che specialmente nella stagione calda, possono essere frequenti. Alcuni rabbocchi dovrebbero in ogni caso esser fatti con acqua di rubinetto o bottiglia, in modo tale da reintegrare sali minerali di cui la vasca potrebbe, nel tempo, diventare carente.

Piante e alghe

 

Per contrastare l’incremento dei nutrienti dannosi agli animali, è fondamentale coltivare degli organismi autotrofi, come piante e alghe.

 

Le piante da impiegare sono quelle etichettate come “piante a crescita rapida“, che come suggerisce il  nome, aumentano velocemente di dimensioni, assorbendo dall’acqua altrettanto velocemente i nutrienti necessari alla loro composizione.
Di queste si ricordano CeratophillumElodea, e le formidabili LemnaLimnobium Azolla e Pistia.

 

Nelle piccole vasche, tuttavia, non sono da sottovalutare le alghe verdi. Personalmente, le trovo molto più utili delle piante sommerse, quando si tratta di nano-acquari.
Alcune specie, come Oedogonium capillare (alga filamentosa), oppure le strutturate chiamate comunemente BBA, possono essere coltivate e “potate” quanto un muschio, e nel complesso sarà piuttosto semplice gestirle.

Non c’è da preoccuparsi per “invasioni” delle suddette, in seguito alla fase iniziale di avvio, la loro crescita appare moderata, ed è possibile contenerle come una qualunque essenza superiore “rapida”.

Un’altra specie di alga utile è chiamata Chara e ricorda molto una pianta acquatica a stelo. A livello tassonomico, è parente delle prime piante antiche. Infine, un’appunto sull’algaCladophora: in commercio esistono due specie diffuse. Una è conosciuta come alga a palla, ed è solitamente molto apprezzata, mentre l’altra, portata da questa, è più invasiva e meno appariscente. Tuttavia, in minuscole vasche, può essere coltivata come fosse un pratino, sostituendo le piante da prato più conosciute ma talvolta troppo grandi per quella funzione estetica, per cui mal si addicono a mini vasche.

Batteri e oomiceti

 

Nei primi giorni o settimane dal riempimento dell’acquario, si sviluppano vari microorganismi “spontanei”.

 

L’acqua potrebbe apparire lattiginosa, leggermente opaca. Con buona probabilità si tratta di batteri nitrificanti in sospensione, sviluppatisi abbondantemente grazie ad alcuni nutrienti disciolti e non sfruttati dai vegetali, ancora in ambientamento.
Solitamente, si riducono fino a non essere più visibili in alcuni giorni.

 

Sulle superfici, specialmente su legni, foglie secche o porzioni di terriccio, crescono gli oomiceti, noti come muffe d’acqua, che fungono da decompositori. Non appena esauriscono il nutrimento, spariscono. Ricompariranno nella storia della vaschetta quando si aggiungeranno nuovi materiali oppure qualche organismo morirà.

 

 

Gli animali: piccoli pesci o invertebrati

 

All’inizio della guida avevo accennato alla possibilità di allevare alcuni pesci.
Grazie alla quantità di microorganismi che proliferano in questi ambienti, essi risultano ideali per gli avannotti di molte specie, ad esempio alcuni Killifish o dei Poecilidi. Tuttavia, sono davvero pochi i pesci che possono completare il loro ciclo vitale in ambienti così ristretti. In recipienti a base larga con almeno 10 o 15 litri, si potrebbero valutare:
  • i medaka, di circa 1,5-3 cm di lunghezza;
  • i Danio margaritatus, di circa 2 cm, se ne possono inserire al massimo 1 maschio e 3 o 4 femmine;
  • un esemplare di Betta splendens.
  • una coppia di Dario dario

 

L’inserimento di animali complessi e delicati come i pesci dovrebbe essere preceduto da altre esperienze con questa tipologia di vasca.
Come primo approccio, si possono introdurre vari crostacei sospensivori, come le Daphnia e gli Ostracodi, oltre a gasteropodi di più specie.

Alcune chiocciole allevabili in poco spazio raggiungono dimensioni importanti. E’ il caso di Planorbarius corneus, che, con i suoi oltre 3 cm di diametro, si fa notare rispetto ad altri invertebrati.

 

Inoltre, alcuni insetti trascorrono parte (o tutta) la loro esistenza in acqua o sulla superficie. Ad esempio è molto interessante l’allevamento di larve di Crocothemis (o più in generale le Libellule), effimere e tricotteri.
Questi elencati, solitamente si allontanano dalla vasca in cui sono cresciuti.

Altri invece vi formano una colonia stabile: è il caso di alcuni ditteri e di vari collemboli, in particolare di Sminthurides. Questi popolano la superficie dell’acqua, cibandosi di scarti vegetali.

Altri invertebrati che si possono allevare sono i gamberetti.

 

Infine, esiste la possibilità di introdurre dei vertebrati particolari: tra gli anfibi ospitabili ricordo le rane Hymenochirus, di piccole dimensioni.

 

 

Fase iniziale d’avvio e popolamento

 

L’allestimento in sè non presenta differenze da quello di un qualunque acquario, salvo per la mancanza di filtro/pompa e, probabilmente, anche di riscaldatore.

 

Le prime settimane dal riempimento si possono considerare come una fase di maturazione e stabilizzazione dell’ambiente. Brevemente, le superfici, il substrato e la stessa acqua devono essere colonizzati da microrganismi specifici, che permetteranno alla vasca di rimanere in equilibrio per tutto il tempo che segue.

La proliferazione iniziale di questi esseri viventi può portare ad accumuli dei loro scarti in colonna. Questi scarti fungono però da sostentamento per altri organismi, e quelli di questi, per altri ancora.

 

La creazione e stabilizzazione delle colonie si verifica solitamente in pochi giorni, spesso in meno due settimane. Da notare bene che si tratta di piccoli volumi d’acqua, se fossero superiori, i tempi aumenterebbero significativamente. I segnali che indicano la fine della fase iniziale sono diversi. Innanzitutto, l’acqua torna limpida (se per dei periodi non lo è stato). La massa della vegetazione è incrementata, e si può apprezzarne la crescita. Le eventuali colonie di oomiceti si sono dissolte, o ridotte a pochi punti, soprattutto sui legni.


E’ il momento di inserire gli animali, se sono previsti dal progetto della vasca. Com’è noto, si preferisce iniziare con quelli di carico minore (cioè più piccoli) e in seguito aggiungere i più incidenti (cioè i più grossi, che data la massa, rilasciano molti composti che devono essere elaborati da un ambiente in grado di farlo).

 

La gestione generale

 

Con una buona partenza, la gestione del piccolo ambiente è davvero minima.
Le operazione da svolgere con regolarità riguardano principalmente il rabbocco dell’acqua evaporata, il controllo visivo della situazione e del valore della conduttività.
Questo parametro riguarda l’arricchimento dell’acqua di sostanze disciolte: il suo aumento non è esattamente riconducibile ad una quantità di un certo elemento, perchè ognuno possiede una conducibilità elettrica specifica, tuttavia rende l’idea della situazione in modo generale, ma utile.
Se l’equilibrio della vasca fosse perfetto, questo valore non aumenterebbe, o lo farebbe in maniera irrisoria. Tuttavia, è impossibile raggiungere tale condizione. Un buon obbiettivo è cercare di imitarla.Risultati soddisfacenti si ottengono abbastanza facilmente, dosando bene il cibo inserito, eventuali concimi ed altro che si può aggiungere alla vasca.

Altri parametri chimici, come il pH e le durezze, sono strettamente legate alle specie che si vogliono ospitare. Considerando comunque che tra gli animali allevabili in piccoli volumi il campo è piuttosto ristretto, ed essi sono spesso molto adattabili, il monitoraggio regolare di tali valori può risultare superfluo.

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