Cos’è la Microfauna in acquario d’acqua dolce
Ogni acquario ospita dei minuscoli esseri viventi chiamati collettivamente “microfauna” dalla maggior parte degli acquariofili. La microfauna, come suggerisce il prefisso micro, consiste nella moltitudine di organismi molto piccoli, a volte invisibili, spesso apparentemente spontanei, che popolano il fondo e i vari spazi dell’acquario.
1. La microfauna in acquario
Il termine microfauna farebbe riferimento esclusivamente ad animali di ridottissime dimensioni: piccoli crostacei, qualche verme, un’idra… Spesso con microfauna si intende anche ciò che non è propriamente fauna, ad esempio microrganismi acquatici appartenenti al gruppo dei protisti. E’ un errore tassonomico abbastanza frequente. Nei prossimi paragrafi verranno trattate le tipologie di microfauna più comuni in acquario, con qualche consiglio agli acquariofili per l’identificazione.
Prima di ciò, mi sembra giusto elogiare i benefici che porta avere una ricca microfauna in acquario d’acqua dolce. Spesso si considera la sua presenza un aspetto marginale che poco interagisce con gli equilibri dell’acquario, in realtà una maggiore biodiversità migliore l’ecosistema che si cerca di ottenere, migliora la dieta dei pesci e in alcuni casi agisce come cuscinetto qualora si dovesse commettere un errore di gestione dell’acquario. La microfauna è molto più utile di quello che si pensa, dunque vediamo concretamente come crearla:
2. Come “creare” microfauna
Creare la microfauna è un obiettivo condiviso dagli acquariofili naturalisti, che desiderano avere un acquario – ecosistema il più vivo e sano possibile.
Ho inserito tra virgolette il termine “creare” per due motivi: la microfauna, come qualunque organismo vivente noto, non si crea dal nulla. La seconda ragione è una conseguenza di questa constatazione: se non si crea dal nulla, significa che ogni specie di microfauna va fisicamente aggiunta all’acquario. Una vasca che già da subito si mostra povera di micro-vita, difficilmente assisterà ad un maestoso sviluppo di creature nel futuro. E’ possibile che gli organismi inizialmente poco abbondanti e quindi meno evidenti si moltiplichino e diventino numerosi nel giro di qualche mese, ma sicuramente non vi cresceranno specie nuove e diverse.
Gran parte della microfauna giunge in acquario senza che l’acquariofilo ne sia consapevole. Attraverso materiali prelevati da altri acquari come fondali o spugne del filtro, oppure tramite le piante acquatiche si veicolano numerose specie utili e benefiche.
2.1 La microfauna arriva con piante…
Le piante acquatiche ospitano sulla propria superficie un universo di specie viventi, una microfauna spesso prettamente bentonica, cioè vincolata alle superfici. Alcune specie si muovono attivamente, altre cercano un buona posizione sulle foglie o sugli steli e tendono ad aderirvi.

Per introdurre una più ricca microfauna, consiglio di acquistare piante acquatiche da serre e vivai i quali normalmente ospitano nelle grandi vasche di coltivazione molti organismi diversi. Talvolta anche nei negozi che dispongono di ampi plantacquari da esposizione vi si reperiscono specie utili.
2.2 … o si aggiunge con uno starter
Nonostante i tentativi di diversificare le potenziali fonti indirette di microfauna, può accadere di ritrovarsi con un acquario scarsamente popolato di specie minute. L’alternativa è inoculare direttamente microfauna proveniente da colture dedicate e, se si possiedono abbastanza conoscenze o mezzi per l’identificazione, si può anche ricercare specie utili in natura. Personalmente allevo diverse specie di microrganismi, tra cui alcune benefiche in acquario.
3. Microfauna spontanea invisibile
La microfauna non sembre è visibile ad occhio nudo. Gli acquari sono popolati da centinaia o migliaia di specie microscopiche di dimensioni inferiori alla capacità di distinzione dell’occhio umano. Il limite oltre cui è improbabile capire qualcosa di ciò che si osserva è di 0,1-0,2 millimetri, ovvero 100-200 micrometri. Per quasi tutte le tipologie di microfauna è necessario il microscopio per l’identificazione accurata, ma per quelle di almeno 0,8-1,5 mm è possibile talvolta avvicinarsi alla classe o all’ordine tassonomico di appartenenza senza uso di lenti di ingrandimento.
3.1 Rotiferi in acquario
I rotiferi appartengono alla microfauna invisibile che potrebbe abitare in acquario. Solo alcune specie di relativamente grandi dimensioni sono apprezzabili ad occhio nudo, mentre per la maggior parte è sempre necessario il miscropio anche solo per verificarne la presenza o meno.
I rotiferi sono minuscoli animali filtratori: si cibano di alghe unicellulari, detrito particolato in sospensione, alcuni batteri tra cui la spirulina in polvere. Una ricca presenza di rotiferi porta spesso ad una buona limpidezza dell’acqua, in quanto cibandosi di particelle sospese riducono il pulviscolo che rende opaca. Naturalmente è un aspetto marginale, ma che dà l’idea di quanto siano voraci.

4. Microfauna visibile: crostacei d’acquario
La microfauna più nota e comune nell’immaginario collettivo degli acquariofili è ben visibile. Le più caratteristiche descrizioni parlano di punti bianchi oppure scuri muoversi strisciando o a scatti tra i muschi, sui vetri, sul fondo. E’ un ritratto di tantissime specie diverse, ma vediamo quelle concretamente più probabili da incontrare:

4.1 Copepodi
I copepodi sono una classe numerosissima di crostacei. Esistono specie marine, salmastre e dolci. In acquario vivono comunemente i copepodi ciclopoidi, un ordine tassonomico numeroso è ampiamente diffuso. La forma tradizionale che contraddistingue questa microfauna di solo 1-2 mm è la Y. Le femmine di copepode portano con loro due sacche con le uova ai lati del corpo. In alcune specie sono ben distanziate, in altre sono completamente appresso al corpo.
I copepodi non si riproducono così velocemente e abbondantemente, ma in acquari piantumati e non troppo affollati possono raggiungere buona concentrazioni, soprattutto nei pressi del fondo, pratini e muschi. E’ possibile creane una coltura senza troppe difficoltà.

4.2 Ostracodi

Gli ostracodi sono forse i crostacei più comuni e diffusi in assoluto nelle vasche di serre, vivai, acquari domestici, espositivi, pubblici, fontane, laghetti…
Appaiono come pallini tondeggianti, leggermente allungati, di colore tra il bianco e il bruno carico, ma anche arancio, grigio e screziato. Il loro corpo è racchiuso in un esoscheletro composto da due parti simmetriche simili a valve. Ciò li rende duri e resistenti agli attacchi dei predatori.
La loro riproduzione è spesso molto abbondante e proporzionale al cibo che trovano. Sono assolutamente innocui: possono diventare numerosi, ma non danneggiano piante o altri animali ornamentali.

5. Vermi e altra microfauna d’acqua dolce
Platelminti
Un ospite meno gradito sono solitamente i vermi piatti, il cui più noto rappresentante sono le planarie. Questi animali sono la più grossa microfauna che abita l’acquario. Alcune specie non si possono nemmeno definire micro, in quanto superano addirittura i 2 cm di lunghezza. Le planarie sono detrivore o predatrici. Varie specie si comportano da attivi predatori di gamberetti, chiocciole, altri vermi. Se l’acquario che si sta allestendo dovrebbe diventare un acquario naturale ricco di vita, forse la planaria non è un ospite benefico. E’ importante dire che, in natura, è un organismo utilissimo poichè anche i predatori sono benefici per regolare le popolazioni di prede. In acquario, tuttavia, la planaria si riproduce troppo velocemente e diventa difficile trovare un equilibrio.
Nota tassonomica: Planaria è un genere preciso di vermi. Con planarie in realtà si intende impropriamente il sottordine continenticola, che annovera tantissime specie.
Alcuni generi comuni di platelminti predatori sono Dugesia e Dendrocoelum, ma ve ne esistono tantissime altri anche in acquario.

In presenza di pesci abbastanza grandi e golosi, tra cui anche vari poecilidi, le planarie tendono a rimanere nascoste, poichè molte di quelle in vista verrebbero predate.
Nematodi
Una diversa tipologia di verme che si può rinvenire negli acquari d’acqua dolce sono i nematodi. Quelli che strisciano sulle piante e sui vetri sono quasi sempre animali innocui. All’interno del grande gruppo di vermi cilindrici, sinonimo di nematodi, vi sono molte specie parassite e parassitoidi. Queste, però, non si mostrano così facilmente: vivono all’interno degli ospiti e solo raramente possono uscirne. I nematodi che popolano le superfici dell’acquario e che conducono vita libera sono quasi sempre innocui detrivori, molto utili per la catena del detrito, ma anche come preda per i pesci.
I nematodi, come accennato, sono cilindrici. Si distinguono presto dai platelminti (cfr verme piatto, planaria) poichè il diametro del corpo è abbastanza regolare e non forma una sorta di striscia appiattita come è tipico osservare nei platelminti. Oltre a ciò, le planarie hanno la testa triangolare. Una bufala comune che leggo sul web è dire che se la testa è triangolare, il verme è un pericoloso predatore. In realtà la testa può essere anche allungata e per nulla triangolare, nonostante la natura di predatore dell’organismo esaminato.
Anellidi
Tra i vermi anellidi non si può non citare il Tubifex. Sebbene sia un organismo tipico di acque molto inquinate, è possibile allevarlo in colture più salubri e introdurlo in acquario per far colonizzare il fondo. E’ una specie fortemente predata dai pesci.

6. Microfauna dal cielo: gli insetti e le loro larve
Una insolita microfauna che compare quando si aggiungono nuove piante in estate sono le larve di insetto. Quasi sempre sono larve di dittero che prenderanno il volo in 1-2 settimane, altrimenti larve di effimera dagli sviluppi più lenti o, infine, le temute larve di libellula. Queste si riconoscono sia per la forma del corpo, ma soprattutto per la presenza di una mandibola a braccio sotto il corpo, estroflessa nell’atto di predazione. E’ preferibile rimuovere le larve di libellula, ma solo se in acquario vivono pesci più piccoli di loro oppure gamberetti ornamentali. Animali più grandi di loro non hanno nulla da temere, anzi, possono cibarsene.
7. I collemboli, microfauna di superficie
I collemboli del genere Sminthurides sono alquanto comuni negli acquari ricchi di piante galleggianti. Sono largamente diffusi nei laghetti e riescono ad introdursi in acquario trasportati dalle piante. Sono molto utili e assolutamente innocui: si cibano di materiale organico in decomposizione come foglie marce e patine.

Questo tipo di microfauna vive sulla superficie dell’acqua, sui legni emersi e sopra le piante. Sono di colore giallo-nero, appena visibili e saltano se disturbati. Da non confondere con parassiti delle piante, come gli afidi. Una foto ravvicinata o un breve video pubblicato nei gruppi facebook acquariofili aiuterà a determinarli.
8. Idre d’acqua dolce
Le idre sono voraci predatrici di altra microfauna. Questi bizzarri animali, spesso scambiati per alghe, sono cnidari. Gli cnidari raggruppano anche i famosi coralli marini, le meduse etc.
Raggiungono dimensioni tra 5 e 10 mm in media, a volta restano anche più minute. I tentacoli, praticamente invisibili, sono urticanti, ma non danneggiano pesci e altri animali ornamentali. Gli unici che possono temere le idre sono i gamberetti appena nati o gli avannotti piccolissimi.

Le idre sono spesso associate ad ambienti molto puliti e poco inquinati. Ciò, generalmente, corrisponde al vero.
9. Conclusioni sulla microfauna degli acquari d’acqua dolce
La microfauna abbonda negli acquari d’acqua dolce naturali e la sua presenza non deve destare preoccupazioni. Come appena visto, le specie pericolose sono pochissime, mentre un grandissimo numero di microrganismi non può che migliorare l’ecosistema-acquario.
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