Pesce rosso in acquariofilia: introduzione
Carassius auratus

Distribuzione e habitat
Attualmente si rinviene in diversi bacini in tutto il mondo, anche in Italia. La sua introduzione spesso ha causato disagi all’ecosistema, trattandosi di una specie robusta, adattabile e piuttosto prolifica.
Morfologia
In cattività sono state create numerose selezioni cromatiche e morfologiche. Per organizzare le varie razze convenzionalmente si definiscono 2 gruppi principali:
- omosomi/omeomorfi (forma selvatica)
- eterosomi/eteromorfi o orifiamma (forma selezionata).
Il primo gruppo comprende i carassi a coda singola, il secondo riguarda quelli con coda doppia e corpo generalmente tozzo.
Di questi ultimi si suddivide ulteriormente in pesci provvisti di pinna dorsale e quelli che ne sono privi. Alcune razze possiedono occhi telescopici (Demekin), formazioni tumorali colorate ereditarie in testa (Wen), occhi con bolle di liquido (bubble eyes), occhi rivolti all’insù (celestiali), e altro ancora. Inoltre ci possono essere diversità tra le scaglie (ad esempio specchiate).
Le dimensioni sono molto variabili e dipendono, oltre dalla genetica, dalle condizione ambientali. In genere le forme selezionate presentano un corpo più corto (ma più tozzo) rispetto a quelle selvatiche.
Il maggior aumento di massa corporea avviene nei primi mesi, successivamente la crescita appare molto più lenta. A seconda quindi delle condizioni iniziali di allevamento varia la taglia raggiunta.
In genere il carassio raggiunge e supera la lunghezza di 15/20 cm, raramente cresce oltre i 30 cm.


Longevità
L’aspettativa di vita per le forme selvatiche è notevole, non è raro che esemplari allevati in laghetto superino i vent’anni di vita. Le forme selezionate presentano un ciclo vitale accorciato.
Comportamento e compatibilità
Sono pesci molto pacifici sia tra di loro che verso altre specie: non manifestano in nessun modo territorialità nè aggressività, tuttavia alcuni comportamenti possono essere confusi con questi due. In riproduzione i maschi appaiono talvolta violenti e tendono a stancare molto le femmine; infine, il carassio può cibarsi di piccoli pesci e avannotti non sufficientemente agili: non si tratta di un vero predatore, si limita a inghiottire tutto ciò che riesce facilmente, senza di solito intraprendere particolari inseguimenti.

Se lo spazio lo consente è possibile tenere assieme i Carassius con altre specie. In genere gli esemplari a forma selvatica possono convivere senza difficoltà con moltissime specie non esageratamente aggressive/grandi e predatrici. Invece le forme selezionate possono venir prese di mira da poecilidi, barbi e certi pesci gatto poichè, effettivamente, sono facili bersagli per coloro i quali sono ghiotti di mucosa o vengono attratti dai pinnaggi voluminosi.
I migliori abbinamenti sono probabilmente quelli con pesci da fondo pacifici, ad esempio i misgurni, oppure con piccole specie da banco-branco poco aggressive: Puntius semifasciolatus, Tanichthys albonubes e Puntius conchonius sono tre esempi di pesci generalmente idonei e di facile reperibilità.
Acquario o laghetto
L’allestimento e la gestione della vasca dipende perlopiù dal tipo di allevamento: detenzione fine a sè stessa, riproduzione o accrescimento.
Un classico acquario per il semplice mantenimento può essere gestito in vari modi a seconda dell’affollamento e dell’allestimento. Per una manutenzione meno frequente si dovrebbe cercare di equilibrare il più possibile la quantità di pesce (non in numero di individui ma in massa corporea complessiva) con la presenza di piante fitodepurative e chiaramente con il litraggio effettivo. Soprattutto, la prima causa di deterioramento delle condizioni dell’acqua riguarda la quantità di cibo introdotta in media. Con una vegetazione rigogliosa è possibile diradare le sostitituzioni a intervalli di 2-3 mesi, e lo stesso risultato è raggiungibile con fondi e filtri ben progettati, i quali riducono al minimo la concentrazione di ammoniaca e accumulano il meglio tollerabile ione nitrato.
Un alta densità di pesci facilita la proliferazione di batteri, miceti e altri parassiti pericolosi e, assieme all’eccesso di cibo, è tra le prime cause di morie negli acquari di pesci rossi. Il carassio, in realtà, è un animale molto resistente alle sfavorevoli condizioni ambientali ed anche le varietà selezionate, ad eccezione di pochi casi, sono alquanto robuste e difficilmente muoiono per piccoli errori di mantenimento.
Alimentazione
La dieta dei pesci rossi dovrebbe tener conto dell’ambiente in cui vivono e dall’età.
In generale è bene utilizzare dei mangimi secchi di ottima qualità e/oppure piccoli invertebrati. Si possono fornire larve di insetto, grilli, blatte, lombrichi e piccoli crostacei come dafnie, gamberetti, artemie ed altro.
Sono molto apprezzati anche i vegetali, tra cui ortaggi bolliti, piante acquatiche a piccoli pezzi e alghe.Durante i primi mesi di vita andrebbero forniti in prevalenza alimenti proteici che favoriscano l’aumento di dimensioni, per poi ridurli a favore di vegetali.
La frequenza di sommistrazione è molto variabile.
In vasche per l’accrescimento al chiuso si può arrivare a fornire una razione di mangime anche più volte al giorno; è fondamentale per evitare problemi agli organi (dovuti alla compressione) non eccedere con la quantità.
In vasche per il mantenimento al chiuso, ma va bene anche per la crescita dei giovani, saranno solo più lenti rispetto a quelli “all’ ingrasso”, si può tranquillamente ridurre a 3 o 4 pasti (razioni) settimanali, e se gli esemplari sono in salute possono digiunare senza problemi per molti giorni.
Per favorire la riproduzione è bene aumentare dosi e frequenza dei pasti: alle femmine, e maschi annessi, in deposizione fornisco anche tre pasti al giorno.
La situazione è diversa in laghetti naturali all’aperto, dove i numerosi insetti e le alghe arricchiscono la dieta migliorando anche la colorazione. Logicamente non è necessario alimentare spesso i pesci, a seconda della vasca, possono anche non aver bisogno di alcun mangime aggiuntivo a quello che la natura offre loro.

La riproduzione avviene principalmente in primavera: il graduale aumento della temperatura è uno degli stimoli maggiori.
Riproduzione
Il rito di accoppiamento prevede l’inseguimento della femmina da parte del maschio e relativa pressione sull’addome femminile al fine di favorire la fuoriuscita delle centinaia di uova. La fecondazione è esterna.
Le uova schiudono in 4-8 giorni in funzione della temperatura. Gli avannotti trascorrono i primi 1-2 giorni in posizione verticale per assorbire il sacco vitellino, successivamente iniziano a nutrirsi. Accettano spirulina, mangime secco, naupli di Artemia e micro fauna d’acqua dolce. Il colore dei pesciolini è grigio/nero.La colorazione avviene verso i 3 mesi nella bella stagione, mentre può rimanere scura per tutto l’inverno se le uova sono schiuse in autunno o tarda estate.A 10/12 mesi di età i pesci rossi possono già riprodursi, ma a volte è necessario aspettare fino a 2 o 3 anni. Dipende dal metodo di allevamento e dalla temperatura.
Quest’ultima per gli avannotti può variare molto, ma per una crescita rapida dovrebbe aggirarsi tra 25-30°C.
Il mio metodo 2015-16
I migliori risultati circa lo sviluppo degli avannotti li ho ottenuto utilizzando vasche da 65 litri con filtro ad aria, in cui sono presenti dei gamberetti detritivori (come caridine) o gamberi adulti (come Procambarus), con chele grosse, tanto da rendere impossibile la predazione di piccoli pesci per mancanza di superficie d’appiglio). L’unica operazione quotidiana è l’aggiunta di una porzione di pasticche affondanti (1-3 a seconda del tipo di pasticca e dal numero/taglia dei pesci). La funzione dei crostacei riguarda lo sminuzzamento delle pasticche e il consumo di quello che viene scartato. Tengo i giovani carassi in questi contenitori fino ad un mese e mezzo, quando ormai hanno raggiunto i 2/3 cm di lunghezza.
Altri metodi
Esistono altri metodi efficienti per accrescere gli avannotti. Si possono tenere in vasche capienti, con o senza filtro, ed alimentarli molte volte al giorno con nauplii di Artemia. Sono alquanto proteici e graditi. Questo sistema d’allevamento richiede però frequenti cambi d’acqua, anche quotidiani in ragione del 10-90%. Per dose si possono fornire decine di nauplii per pochi avannotti ed un buon modo per verificare se hanno mangiato è controllare il ventre che, in caso positivo, appare giallo/arancio e gonfio. Quando torna trasparente si può somministrare un nuovo pasto. Se l’unico alimento presente in vasca è l’Artemia introdotta le razioni giornaliere dovrebbero essere almeno 2 o 3 fino a 5-6.
Per pochi avannotti si può utilizzare anche un piccolo contenitore, con qualche pianta o alga che aiuti a contenere i composti di scarto, cambi variabilmente frequenti e alimentazione basata su naupli, dafnie e piccoli crostacei, oltre a mangime secco sbriciolato.Gli avannotti accettano anche tuorlo d’uovo sbriciolato e alga spirulina in polvere.