Tarma della farina o Tenebrio molitor: allevamento e alimentazione

Tarma della farina o Tenebrio molitor: allevamento e alimentazione

Tarma della farina (Tenebrio molitor) scheda su allevamento, alimentazione e riproduzione

La tarma della farina è nota anche come camola o camula della farina. E’ bene specificare “della farina” poichè esiste un’altra specie che, invece, si nutre di miele: naturalmente la camola o tarma del miele. Queste due specie si differenziano, oltre per caratteristiche tassonomiche, per l’indirizzo d’uso.

La tarma della farina si alleva per nutrire rettili, insetti, aracnidi, roditori e molti altri animali predatori e insettivori. La camola del miele risulta nutrizionalmente più grassa di quella della farina, e di solito è poco gettonata in terraristica. Al contrario, è apprezzatissima come esca per la pesca sportiva.

Come sono le tarme della farina

Le tarme della farina completano il proprio ciclo vitale in circa 5-7 mesi. Le uova schiudono in due settimane, le larve crescono per  3 mesi, dunque rimangono pupe per 1-2 settimane e finalmente esce l’adulto, il quale dopo una decina di giorni dalla metamorfosi e per i 1-3  mesi successivi si riproduce.

I sessi sono separati e difficilmente distinguibili. Le femmine producono fino a 500 uova cadauna.

Nelle prossime immagini si possono vedere i Tenebrio molitor a diversi stadi di crescita.

 

Metodi per allevare le tarme della farina

Esistono più metodi per allevare la tarma della farina, i quali differiscono sia per la gestione, sia per i materiali utilizzati. Principalmente si distingue l’allevamento con stadi divisi e quello in cui uova, larve e adulti convivono.

Il primo metodo è più laborioso perchè prevede la divisione meccanica degli adulti dopo la deposizione, il secondo è più semplice ma tende a dare risultati in termini di resa inferiori.

Contenitore – vasca per le tarme

I Tenebrio molitor si allevano comunemente in contenitori bassi e larghi, anche senza coperchio. Gli adulti non volano e non scalano pareti lisci, lo stesso le larve. E’ sufficiente quindi un bordo di circa 10 cm per rendere praticamente impossibile ogni fuga.

Alcuni contenitori adatti sono le scatole di plastica Samla di Ikea, oppure qualcunque vascone reperibile nei brico, garden, negozi per la casa.

Preparare il substrato per l’allevamento

Questi coleotteri si nutrono prevalentemente di cereali e farinacei, dunque pane secco, farina, crusca e scarti della panificazione. Si può integrare la dieta con componenti proteiche e periodicamente frutta o verdura per i liquidi.

Il substrato deve rimanere ben secco. Per fornire l’acqua necessaria, una volta alla settimana si possono dare piccoli pezzi di frutta o verdura. Essi dovrebbero essere completamente consumati in giornata. La frequenza è comunque variabile e soggettiva in base al numero di individui e alla temperatura.

Parametri ambientali

Le tarme della farina resistono da quasi 0°C fino a oltre 30°C. L’umidità è poco importante e dovrebbe tuttavia rimanere a bassi livelli per evitare il proliferare di muffe.

La luce non è gradita, ma non è comunque necessario tenerle per forza al buio completo.

Inoculo tarme della farina

Le tarme della farina che si acquistano in commercio sono normalmente di due taglie: larve piccole e larve grandi, prossime a diventare pupe. Non bisogna inserirne troppe nella scatola che si prepara, poichè un numero eccessivo di individui rende difficile la riproduzione, in particolare le uova deposte verrebbero divorate con alta probabilità.

Consumo e aggiunta del substrato

Substrato fresco: appena inserito e non ancora utilizzato. Circa 2-4 cm.

Substrato usato: alto 8-10 cm, prodotto da mesi di allevamento. Quando il precedente substrato cambia colore e pare consumato, si aggiunge 1-2 cm di substrato fresco. Man mano sul fondo si accumulano feci e scarti vari che portano ad un innalzamento del livello.

Allevamento a stadi divisi

Al momento non pratico questo tipo di allevamento poichè richiede più tempo dell’altro, anche se in effetti la resa sarebbe maggiore.

Per attuarlo servono almeno 3-4 contenitori, ma potenzialmente per ogni ciclo-coltura se ne possono utilizzare anche 8-10.

Come funziona:

Schema allevamento Tenebrio molitor o tarma della farina con stadi divisi. Le uova grige, le larve gialle, la pupa arancio, l'adulto nero.
Schema allevamento Tenebrio molitor o tarma della farina con stadi divisi. Le uova grige, le larve gialle, la pupa arancio, l’adulto nero.

Questo sistema permette di produrre davvero molte tarme della farina, tuttavia è sicuramente più impegnativo del metodo esposto per primo, il quale è sostanzialmente quasi autonomo. In questo, invece, è necessario operare meccanicamente togliendo tutti gli adulti e spostandoli di volta in volta. Per attirarli si può fornire un pezzo di frutta: la maggior parte si raduna per bere e quindi risulta un po’ meno faticosa la cattura delle tarme adulte.

Allevamento della tarma della farina, conclusioni

L’allevamento della tarma della farina non è così difficile e presenta alcuni vantaggi rispetto ad altri insetti: non scappa e non puzza, oltre a ciò il mantenimento è molto economico.

Attraverso questi link puoi trovare su eBay alcuni annunci di starter di tarme della farina. Consistono in porzioni di colture adatte a far avviare un nuovo allevamento, senza i rischi di utilizzare quantità sbilanciate di tarme alimentari (con rischio di sovrappopolazione e collasso).

Matteo Rancan

Specialista di acquacoltura e building contractor in Sudamerica, fin da bambino coltiva la passione per gli acquari e divulga su Colture Acquatiche le sue esperienze in questo affascinante mondo acquatico. Seguilo anche su Instagram e YouTube @aquaRancan

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